Giorno 12

22 marzo

Positivi totali 59138 (+5560)

Deceduti totali 5476 (+651)

Riassunto dei giorni mancanti.

Un cane è morto per colpa mia.

Ho trattato male una vecchietta in fila dal fruttivendolo.

Ho pulito i forni di casa.

Ho fatto l’amore con Pietro.

Ieri sera, verso le 23, mentre guardavo “indovina chi viene a cena” proprio nel bel mezzo del pilotto finale di Spencer Tracy, tutti i programmi sono stati interrotti per un discorso a reti unificate del presidente del consiglio Ponte. Pensavo fosse un errore di palinsesto, invece era una diretta. Credo fosse la prima volta in vita mia che assistevo a un discorso a reti unificate non annunciato. Ponte sudava. Ha fatto un preambolo lunghissimo. Uno di quelli che si fanno alle premiazioni di un qualunque concorso televisivo. Infatti, la suspense era alle stelle, finchè ha strabordato verso il terrore.  

Il fatto è che si vede tanto che non lo vuoi dire, quello che stai per dire. Sbagli anche a leggere il gobbo.

Mi gira la testa. 

Ormai devi resistere. 

Ho una faccia rassicurante? O si vede che mi sto cagando sotto?

Ponte mi dispiace, non vorrei essere io a dirtelo, ma ci stiamo tutti sentendo come al ritiro dei risultati del test HIV.

Cazzo. Aspetta, proviamo così. Meglio?

Meglio. Respira e guarda in camera. E non distogliere mai lo sguardo.

Mi sento avvampare.

Sei rosso, sì, ma tutti guarderanno i tuoi occhi e il fatto che indossi lo stesso completo da una settimana.

Mi viene da piangere.

Ma smettila! Metà Italia ti ama, l’altra ti vuole portare a letto.

Io non la volevo questa cosa.

Noi invece non vedevamo l’ora.

Perché proprio a me?

Non lo so.

Mi stanno guardando tutti.

Sì. Quindi direi che è arrivato il momento di arrivare al sodo.

La fai facile tu, sul divano, in ciavatte, con le patatine in mano!

Sono dietetiche!

Non ce la faccio. Chiuderemo tutto, ma proprio tutto, resteranno aperti solo i supermercati e poco altro.

Cazzo.

Eh.

Ecco, mi è passata la fame. Sei contento?

Dillo tu a tutti.

Non posso.

Perché.

Perché, da che mondo è mondo, non mi sta a sentire nessuno.

Oggi è domenica e ho deciso di restare a dormire senza sveglia, così per darmi un’idea di normalità. Ho aperto gli occhi avvolta dalle lenzuola profumate di bucato e, come ogni mattina, mi sono sentita grata del tepore. Non faccio in tempo a ringraziare Dio, o chi per lui, perché ovviamente non può essere merito mio il fatto di trovarmi in un posto sicuro, morbido, accogliente, silenzioso, quando di colpo sento una sensazione nuova. 

Siamo in guerra.

Nessuno è al sicuro.

Neanche io.

Eccola, finalmente, la congruità.

Evviva!

Sono normale! 

È durata cinque minuti in tutto. Poi è arrivato Pietro con il caffè e un sorriso da orecchio a orecchio. E dietro di lui, a trenino, con tanto di andamento galoppante, P e B. 

Come si fa a restare con i piedi per terra con questi tre davanti?

Parla per te, io ho molto chiaro cosa sta succedendo.

Beh, non mi pare.

Succede che non mi portate al parco da una settimana e tutto questo starmi appiccicata mi puzza.  

Anche B secondo te si è accorto di qualcosa?

Ma chi? Il ritardato? Ma figurati.

Sei crudele con lui.

Sono realista.

È cucciolo, ti vuole bene.

Io no.

Teresa Federico

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