Qual è il mio segreto?
Mi ha fatto la stessa domanda il suo collega di Vogue.
Forse… la concentrazione… sì.
Il prezzo alto? Condivido pienamente. Le cose di valore vanno pagate, altrimenti c’è sempre la varechina, no?
Mah, prima di diventare famosa… era molto difficile. Mi davo da fare come potevo, all’inizio a testa china. Per anni ho dovuto sopportare i continui “mi dia l’acqua ossigenata”, o quelle disgustose salviette per il culo dei bambini. Non ha idea di come mi sentivo. In farmacia mi chiamavano tutti l’Aminchiona, e lo scaffale del pronto soccorso giù a ridere e a tirarmi le garze. Poi ho iniziato a cercare farmi notare il più possibile, tipo mettendomi in mostra alle casse. Un giorno mi sono persino scambiata il prezzo con la crema idratante per le mani, pur di farmi acquistare. Ma è andata anche peggio, secondo me quelle portano un po’ sfiga, per quello non le compra nessuno. Gli unici che hanno creduto in me fin dall’inizio sono stati gli ossessivo compulsivi. Lo sa che in tempi non sospetti avevano persino creato gruppo fan su FB? Si chiamava Amiamo China! Eh, loro hanno intuito per primi che io sarei stata la rivoluzione. E lo credo bene! Si immagini passare dal lavarsi le mani decine, centinaia, di volte al giorno in qualunque bagno che incontri, per poi domandarsi “ma era pulito il lavandino?” e nel dubbio correre a cercare un altro lavandino per rilavarsi le mani, e così via all’infinito, al prendere me, dovunque ci si trovi e strofinarsi le mani per soli 30 secondi. Ha idea del tempo risparmiato da poter finalmente dedicare a chiudere e riaprire il gas? A contare le mattonelle, a zompettare sulle strisce pedonali?
Pensi che ora grazie a me anche le persone meno attente possono avere le mani pulite: dopo la pipì all’autogrill non devono più fingere di arrivare al lavandino, prendere il sapone, aprire l’acqua, strofinare, asciugare, ecc., con me possono dirigersi direttamente al bar, esattamente come facevano prima, senza però spargere la loro pipì sul bancone.
Come? Mah, vede, l’alcool, innanzitutto, puzza. E non me ne voglia il collega che stimo e ammiro. Ma, detto tra noi, è così demodé, con quel suo bottiglione nudo. E quel colore? Non so a lei, ma a me fa pensare agli ospedali. Purtroppo il nostro è un ambiente crudele, se prendi una brutta china, sei finito. Solo i più fluidi vanno avanti.
No, guardi, il successo non mi ha cambiata. Certo, mentirei se le dicessi che non sono felice di aver finalmente risalito la china.
Ops, mi scusi. Pronto? Donald, tesoro, ciao, ti richiamo che sto facendo un… No Donald, te l’avevo detto di non dire che mi possono bere. No, non possono neanche iniettarmi in vena! Non è una questione di soldi! Il fatto che assomiglio alla gelatina per torte non vuol dire che… Sì ma non è che se una cosa è trasparente allora… che ti devo dire? Fai la prova stasera, bevi un intero tubetto di gel per le mani, sì, tutto d’un fiato, e poi mi dici come va ok? Baci, baci.
Mi scusi… Dicevamo?
Le Dora